Workshop Teatrale

METODO

 (dal greco Méthodos: Ricerca, Indagine.)

Il metodo è qualcosa che illumina e che nasconde al tempo stesso.
Se è genuino illumina, se nasce da una mistificazione, da un calcolo dettato da interessi, acceca.
Spesso la preoccupazione maggiore per un attore o un’attrice  è presentarsi al mondo con qualcosa di concreto, una scuola, un metodo, un maestro, per l’appunto.
Ma è già partire col piede sbagliato. La preoccupazione non deve essere “mostrare” qualcosa, ma essere autonomi e credibili.
L’attore è uno specialista della trasformazione, perché deve essere in grado di passare continuamente da uno stato all’altro.
Si potrebbe definire attore colui che rende visibile i percorsi invisibili: quelli mentali, interiori, allucinanti, deliranti,  piacevoli e odiosi dei vari personaggi che interpreta.
Quindi si può dire che la sua “missione” è rendere percepibile sensorialmente tutte queste possibilità a coloro che guardano.
Tutto questo ci invita ad iniziare il nostro cammino dal corpo, strumento che l’attore non dovrebbe mai smettere di studiare e osservare.
Il corpo è il contenitore, il nido, all’interno del quale tutto nasce  per manifestare i vari stati d’animo, grazie alla voce, ai movimenti, agli impulsi, agli sguardi, etc.
E’ da qui che partiamo, preparare un corpo artistico, al fine di avere un relativo controllo sulle proprie capacità tecniche e non esserne completamente succubi.
Non è importante come si chiama una tecnica, un metodo, o da dove questi arrivino. Quello che conta è che funzioni, che renda credibile quello su cui lavoriamo, sia soltanto una scena, un monologo o uno spettacolo intero.
Quando lavoro, studio, e metto in relazione le cose che vedo e osservo, sono già nel metodo. Il mio metodo.

Curriculum Vitae di Gabriele Calindri

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